La linea ferroviaria Bari-Bitritto rappresenta un classico esempio di “cattedrale nel deserto”: un'infrastruttura costosa, realizzata con fondi pubblici, ma incapace di attrarre utenti.

A sostenerlo è un articolo del Corriere del Mezzogiorno

A un anno dall'inaugurazione (avvenuta l'8 gennaio 2024), il progetto, fortemente voluto dall’ex sindaco di Bari Antonio Decaro, continua a registrare numeri deludenti, nonostante l’efficienza del servizio

Costata oltre 110 milioni di euro e gestita da RFI e Trenitalia tramite affidamento diretto dalla Regione Puglia, la linea soffre di un utilizzo minimo.

L’assessora ai Trasporti, Debora Ciliento, ha dichiarato di non avere dati aggiornati e di averli richiesti a Trenitalia, che, a sua volta, non ha fornito alcuna informazione.

Gli ultimi numeri risalgono a gennaio 2024, quando vennero venduti appena 2.500 biglietti in una settimana, pari al 4% dei posti disponibili.

Anche il personale conferma il flop: i treni delle prime ore del mattino registrano fino a 30-35 passeggeri, ma durante la giornata i numeri calano drasticamente, arrivando a una decina di utenti per corsa.

Inoltre, gli orari sfavorevoli spingono molti pendolari a utilizzare il treno solo per l’andata, preferendo il bus per il ritorno.

Gli studenti, uno dei target principali, risultano quasi assenti.

Il servizio su gomma, gestito da Sita, rappresenta una concorrenza difficile da battere.

Con circa 100 corse giornaliere, una rete capillare che collega diversi punti strategici di Bitritto e Bari, e un collegamento diretto con via Gentile, sede della Regione, il bus resta la scelta preferita dai cittadini.

La proposta di ridurre le corse degli autobus per incentivare l'uso del treno ha sollevato polemiche, specialmente a Bitritto, dove il sindaco Giuseppe Giulitto si trova a fronteggiare il malcontento dei residenti.

In sintesi, senza interventi strutturali e un miglioramento dell’attrattività del servizio ferroviario, la Bari-Bitritto rischia di rimanere un'infrastruttura sottoutilizzata, evidenziando ancora una volta il peso delle scelte poco ponderate nella pianificazione della mobilità regionale.